Il Nostro Numero 1 - Daniele Pigliapoco
Fa sorridere ogni volta che l'arbitro chiama il suo cognome, da primo della lista, il nostro portiere "Pigliapoco" - "Daniele 1".
Quando si esce dallo spogliatoio e si entra in campo si guarda a lui come una colonna della squadra, un uomo su cui fare affidamento, sul quale puntare per avere il risultato che tutti sperano. Si assume tutte le responsabilità quando commette un errore e rimane umile quando di fatto "chiude la porta"; neanche l'infortunio lo blocca, resta in campo e lotta con noi...
Semplicemente numero 1, semplicemente un guerriero bianco-verde!
"Da ragazzi in porta finisce sempre il più piccolo, che a orecchie basse non osa ribellarsi alla condanna, oppure il più imbranato con i piedi, di quelli che solo davanti alla porta vuota ti sparano un tiraccio sbilenco che sfiora la traversa dalla parte sbagliata… Ma poi c’è l’eccezione: quando in porta ci va uno che lo sceglie, uno che spalle alla rete sente di aver trovato il proprio posto nel mondo, e si sfrega le mani scrutando silenziosamente il campo. L’eccezione, appunto, anzi l’anomalia. “Che sia un po’ matto?”, si chiedono i compagni. Forse, e spesso come ogni matto, il portiere è un solitario. Anzi, qualcosa di più: è un uomo solo. Una vita difficile quella fra i pali, che non conosce mai neanche l’adrenalinica gioia del gol. Anche quando para un rigore (e cioè evita una quasi rete) il merito normalmente non viene assegnato al numero uno. “Rigore parato, rigore sbagliato…” la saggezza popolare del calcio è implacabilmente cinica e spietata."
La solitudine dei numero uno